30/10/09

La rete si rivoluziona. Se .cn diventa .中国

L’Icann (l’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers - l’organismo non-profit che gestisce gli indirizzi della rete) ha approvato questa notte a Seoul l’uso di indirizzi e domini web con caratteri non latini; dal 16 novembre si potranno richiedere nomi in caratteri cinesi, arabi, farsi, urdu, tailandesi, coreani, giapponesi, greci, indi, cirillici e in ogni altra lingua i cui caratteri si possano scrivere con un computer. E' la più grande cambiamento del web degli ultimi quarant'anni, ovvero dalla sua nascita.

I nomi dei nuovi domini saranno utilizzabili già nel 2010; per quella data chiunque sarà abbastanza ricco e avrà gli strumenti tecnologici sufficienti potrà creare un dominio di primo livello (per intenderci .com, .it, .org, .gov, etc.) che potrà anche essere scritto in caratteri non latini.
Questo è già di per se un cambiamento gigantesco perché diminuirà il digital divide aumentando l'accesso ad internet per i non-English speakers, quelli che oggi hanno difficoltà a digitare un dominio in inglese.
Ma per capire le nuove sfide in cui si troverà immerso il mondo digitale proviamo a fare un esempio su come funzionerà.

I domini di primo livello esistenti, ad esempio quello cinese .cn, sono amministrati dal proprio paese, in questo caso la Cina. Non sarà diverso in un futuro, quindi .中国, l'equivalente in caratteri cinesi di .cn, sarà amministrato alla stessa maniera e i siti che cadranno sotto questo dominio saranno ugualmente soggetti alle leggi cinesi.
Ma se qualcuno abbastanza ricco e potente creasse il dominio .falungong e il suo equivalente in caratteri, che potere avrebbe su di esso la Repubblica popolare cinese?
Molto semplice. Se il dominio fosse registrato in Cina, varrebbero le leggi cinesi. Se questo qualcuno sfruttando il fatto che la tecnologia è globale e non riconosce i confini geografici però, avesse registrato il dominio dall'Australia o dall'America, allora varrebbero le leggi australiane o americane. Con buona pace del governo cinese.


Un rapporto approfondito sui rapporti Icann-Cina è quello di Rebecca MacKinnon.
In breve per quanto riguarda la Cina ci sono stati altri problemi.
Il primo, già risolto, è stato: come verrà indicata Taiwan? Alla fine l'accordo è stato favorevole alla Repubblica popolare: si chiamerà Taipei cinese.
Il secondo è un po' più complesso. L'Icann fa riferimento al Dipartimento del commercio americano. Bisognerebbe invece che internet abbia una governance condivisa, ma non si è ancora giunti a una dichiarazione ufficiale del governo cinese che certamente non può permettersi che l'Icann non rispetti i suoi interessi.

La storia del web cinese su China Files.

2 commenti:

  1. Pare che la situazione ora sia meno tesa anche perché da inizio ottobre l'ICAAN non è più alle dipendenze del dipartimento del commercio USA. http://www.hostingtalk.it/news/icann/4906/icann-e-libera-ora-affronta-le-sfide-da-indipendente

    Complimenti per il blog

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  2. Anche se: http://www.china-files.com/page.php?id=3793

    Anche il tuo blog piace molto :)

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