17/06/09

DICONO IN CINA - Chi può cambiare sesso?

A pochi giorni dalla chiusura del primo gay pride svoltosi in Cina, il sito del ministero della sanità cinese ha pubblicato le LINEE GUIDA PER LE OPERAZIONI CHIRURGICHE DI CAMBIO DI SESSO. L’intento è quello di sottoporle al giudizio dei medici, degli esperti in materia e dell’opinione pubblica che possono commentare la proposta di legge fino al 10 luglio.
Secondo l’agenzia di stampa Sina, il primo intervento di questo tipo è avvenuto nel 1990 e nel 2005 costava 300 mila yuan (circa 30 mila euro). Fino ad oggi nessuna legge si era occupata di regolarizzare il fenomeno. Seppure non ci sono statistiche ufficiali sul numero dei transessuali in Cina, l’agenzia di stampa Xinhua stima che mille cinesi si siano già sottoposti all’intervento di chirurgia. Secondo il China Daily, giornale di stato in lingua inglese, sarebbero invece duemila coloro che si sono operati, mentre tra 100 e 400 mila cinesi sarebbero in attesa di potersi operare.
La notizia è di ieri ed è rimbalzata da un sito all’altro alla velocità della rete, ma fino ad adesso i giornali, i siti e le agenzie di stampa si limitano ad riportare le proposte di legge del governo senza commentarle.
Gli ospedali dovranno garantire alcuni standard come quello di avere un reparto di chirurgia plastica attivo da almeno dieci anni e dovranno garantire un comitato etico che valuti le richieste e chirurghi con almeno cinque anni di esperienza nello stesso campo.
I pazienti dovranno aver compiuto venti anni, dovranno avere la fedina penale pulita, essere single, aver desiderato l’operazione per un periodo di tempo di almeno cinque anni (e non è dato sapere come si possa dimostrare tale requisito), aver vissuto come membro dell’altro sesso per almeno due anni, essere stato in analisi per almeno un anno e aver informato la famiglia sui suoi desideri. Come se non bastasse la polizia deve autorizzare il cambiamento di sesso sul documento di identità e non è chiaro in quali casi possa rifiutare l’autorizzazione.
Il China Daily, che recentemente si era distinto con editoriali di supporto allo Shanghai Pride, ha intervistatosull’argomento Qiu Renzhong, un famoso bioetico dell’Accademia delle Scienze sociali di Pechino, He Qinglian, un chirurgo plastico dell’ospedale 411 di Shanghai che ha più volte operato il cambio di sesso, e Xiao Feng, un transessuale di Pechino. Il primo ha dichiarato di non essere convinto delle linee guida governative perché è raro che un transessuale viva e lavori come fosse un membro dell’altro sesso prima di operarsi. Nonostante si dichiari soddisfatto per l’attenzione mostrata dal governo cinese per una minoranza, secondo il dottor Qiu dovrebbe "essere sufficente che il/la paziente abbia i requisiti fisici e psichici". Il chirurgo He e il transessuale Xiao non commentano le linee guida governative. Si limitano a sottolineare che l’intervento di chirurgia plastica è irreversibile e che, secondo il dottor He "dovrebbe essere l’ultima risorsa di chi lotta contro il proprio genere" nella difficile ricerca della propria identità. Prima bisognerebbe informare della possibilità di cure ormonali.

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