21/04/10

L'importanza di chiamarsi Han

Han Han è secondo nell'annuale sondaggio del Time Magazine per stilare la classifica delle cento persone più influenti nel mondo. Si colloca subito dopo il leader dell'opposizione iraniana Moussavi; prima di Liu Xiaobo (8 posizione) autore di Charta 08 attualmente in carcere e molto prima del presidente degli Stati Uniti, Barak Obama (21 posto). Ma chi è Han Han? Nel mondo occidentale sono pochi a conoscerlo.

Han ha ventisette anni, ed è già uno scrittore cinese di successo, un bravo pilota di rally e, soprattutto, il blogger più letto. In Cina, certo, ma con i suoi oltre 350 milioni di contatti si può ipotizzare che il suo sia il blog personale più seguito al mondo.

Il motivo della sua popolarità va ricercato nella sua storia personale, oltre che nell'ironia divertita con cui commenta la quotidianità e le ingiustizie del suo paese. Ha lasciato il liceo dopo aver vinto un premio letterario. Voleva scrivere e fare i rally. Ha scritto il suo primo romanzo a diciannove anni. Le tre porte, questo è il titolo, è il romanzo cinese più venduto degli ultimi vent'anni (oltre due milioni di copie). Racconta l'educazione scolastica di Lin Yuxiang fino agli ultimi tre anni di liceo, le tre porte appunto. Attraverso la storia di Yuxiang, Han Han descrive il disagio della sua generazione, una generazione di figli unici per legge stritolati dalle aspettative di genitori e società, ragazzi viziati che hanno visto crescere ininterrottamente il Pil del loro paese assieme alla qualità della loro vita, ragazzi che si muovono attraverso le assurdità di una società che vuole insieme riscoprire la tradizione e adottare i modelli occidentali ma intanto è ancora sottomessa a un regime che si manifesta soltanto nella stupidità e nella corruzione dei suoi funzionari.

Questa è la Cina di quelli dell'80 hou, cioè la generazione degli anni Ottanta, nata dopo le riforme di Deng Xiaoping e a cui nessuno ha raccontato cos'è accaduto a Tiananmen. Questi ragazzi, in gran parte laureati e residenti nelle metropoli, non hanno mai lottato per i grandi ideali né hanno perso tempo a pensare se il comunismo fosse meglio della democrazia o viceversa. Le loro forze sono state concentrate unicamente nello studio, primo gradino della scalata sociale al cui vertice c'è un lavoro importante e molto ben pagato. I loro genitori hanno puntato su di loro tutti i loro risparmi e tutta la loro felicità, non possono deluderli. Oggi questi “ragazzi” hanno trent'anni e sono parte attiva e pensante di quei settori della popolazione che possono rivelarsi conflittuali in tempo di crisi: hanno passato la giovinezza a cercare di eccellere in tutti i campi e ora il sistema non è in grado di assicurargli un posto di lavoro.

Han Han è una sorta di manifesto per questa generazione. È il classico ragazzo ribelle che abbandona la scuola perché gli sta stretta. Ma in Cina tutti sanno che se esci dal sistema, la cosa migliore che può accaderti è essere dimenticato. Ad Han Han, inaspettatamente, non è andata così. Ha trovato soldi e successo e, quello che è ancora più incredibile, li ha trovati denunciando con ironia le falle del sistema e le ingiustizie dei governi locali. Non solo, ha trovato soldi e successo anche divertendosi: come pilota di rally è diventato così bravo da partecipare ai campionati mondiali del 2009 in Australia.

Da qualche anno la sua principale attività è l'aggiornamento del blog. In uno stile semplice, graffiante e moderno Han Han critica chiunque non ama: l'Associazione degli scrittori, i critici letterari (famoso il suo Il circolo letterario è uno schifo, non si finga figo in risposta al serissimo post di un affermato critico letterario che contestava il valore degli scrittori nati negli anni Ottanta), i funzionari corrotti, i sindaci e chi più ne ha più ne metta. Leggerlo è una ventata di aria fresca in una stanza sovraffollata.

Alcuni dei suoi post sono stati “armonizzati”, cioè sono stati oscurati dai censori, ma il suo blog, ospitato da uno dei più noti portali web cinesi, continua ad essere accessibile. “Credo che la ragione per cui continuano a tollerarlo vada ricercata nel fatto che non scrive in maniera diretta e che non arriva mai al cuore del problema, ovvero la dittatura a partito unico” ha dichiarato il blogger Ran Yunfei al New York Times.

Ma il suo punto di forza è un altro. Han è giovane, spericolato e, ciò che più conta, economicamente indipendente. Molti dei suoi colleghi sono opinionisti di professione e quando le loro dichiarazioni pubbliche oltrepassano una linea arbitraria e invisibile, le loro carriere rischiano di evaporare, e con esse i loro stipendi. Il ragazzo invece, che ha all'attivo quattordici libri e una carriera di pilota di successo, non è sensibile a questo tipo di pressioni.

Se all'inizio era considerato solo un ragazzino polemico anche se brillante, oggi la sua sprezzante ironia investe i problemi più profondi della società, soprattutto quelli vicini alla nascente borghesia: la nuova ondata di nazionalismo, l'assenza di libertà nella cultura contemporanea e l'impennata dei prezzi delle abitazioni. Quando ha saputo della nomination del Time ha scritto subito un lungo e commovente post (più di un milione di visite e ventimila commenti): “Il Time mi ha candidato tra le duecento persone più influenti al mondo. Per la Cina ha candidato anche Argomento Sensibile, Argomento Sensibile e Argomento Sensibile. […] Mi chiedo spesso quale sia stato il contributo che ho dato a questa società, così piena di argomenti sensibili. Forse, ho contribuito solo ad aggiungere un altro argomento sensibile e cioè il mio nome. Niente più di questo.”

Ogni giorno che passa, Han Han raddoppia la posta in gioco e la chiusura del suo blog diventa un'eventualità sempre più probabile. Se gli si chiede cosa succederebbe se il suo blog fosse completamente “armonizzato”, lui risponde sprezzante: “ovvio che diventerei un pilota migliore”. Ma intanto ha già lanciato una nuova rivista: Un coro di assoli.

Questo articolo è uscito su Left, 30 aprile 2010

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