10/06/10

DICONO IN CINA - Aumento dei salari minimi

A pochi giorni dal grande sciopero negli stabilimenti della Honda in Cina, il Governo cinese ha annunciato che dal primo luglio in trenta grandi città verrà alzato il salario minimo di 160 renminbi (circa 19,50 euro) o del 20 per cento. Si calcola che saranno almeno centomila persone a beneficiare di quest'intervento.

Anche la Foxconn, la società taiwanese che ha registrato una serie di suicidi negli stabilimenti cinesi di Shenzhen (dieci solo nel 2010), ha annunciato che nei prossimi tre mesi aumenterà gli stipendi: fino a qualche settimana fa gli stipendi base erano di 900 rmb (circa 110 euro) al mese, mentre in previsione ad ottobre arriveranno ai 246 euro.

Per farsi un'idea, la città cinese con i salari minimi mensili più alti è Shanghai con 1120 rmb al mese (circa 137 euro) e la Provincia con la paga minima oraria più elevata e' il Guangdong (9,9 rmb pari a 1,22 all'ora).

Gli aumenti dei salari minimi indicano una svolta di grande portata nella politica economica cinese. Pechino sembrerebbe infatti aver deciso di mettere da parte i ricorrenti timori di aumento dell'inflazione derivante dalla crescita dei salari e di ricorrere a questo strumento per stimolare l'economia. Le conseguenze di questa politica riguarderanno non solo la popolazione cinese ma anche tutte le multinazionali che producono in Cina proprio in virtù della presenza di manodopera a basso costo.

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