
L'Ufficio per la stampa e per le pubblicazioni, senza la cui autorizzazione in Cina è illegale pubblicare, aveva temporeggiato molto prima di firmare il contratto. Voleva sapere esattamente "cosa avrebbe potuto decidere" ha riferito Jing Bartz, il direttore dell'ufficio di rappresentanza della fiera a Pechino, al Wall Street Journal. Poi si è convinto - si tratta comunque di una delle maggiori fiere del libro al mondo - e ci ha investito cento milioni di yuan, circa dieci milioni di euro.
Gli eventi che riguardano la Cina sono iniziati la scorsa primavera. Il 12 e 13 settembre ha avuto luogo un simposio, China and the World – Perceptions and Realities, in cui erano invitati il poeta in esilio Bei Ling e la giornalista Dai Qing, nota soprattutto per aver investigato sulla diga delle Tre gole. Le autorità cinesi hanno insistito perché la loro partecipazione venisse cancellata; Juergen Boos, il direttore della Fiera del libro di Francoforte, ha cancellato i loro nomi dalla lista degli invitati, ma Bei e Dai si sono presentati ugualmente e l'evento ha avuto luogo.
L'ex ambasciatore cinese in Germania, Mei Zhaorong, ha abbandonato la sala dichiarando: "non siamo venuti qui per ricevere una lezione sulla democrazia". Boos ha risposto: "la Fiera del libro di Francoforte non vuole istruire sulla democrazia, ma vuole essere un esercizio di democrazia."
Comincia così la Fiera, che avrà luogo dal 14 al 18 di ottobre, e ospiterà circa duemila editori, scrittori e artisti cinesi. Tra questi lo scrittore Gao Xingjian, nobel per la letteratura nel 2000, sconfessato da Pechino e quindi dalla lista ufficiale degli ospiti, il poeta in esilio Yang Lian, l'intellettuale Ai Weiwei che recentemente ha accusato la polizia di stato di avergli procurato un trauma cranico e voci indipendenti dal Tibet, dallo Xinjiang, da Taiwan e da Hong Kong.
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