01/03/09

DICONO IN CINA - Terremoto in Sichuan: si poteva evitare?

La pubblicazione della traduzione dell'articolo di Kerr e Stone, A Human Trigger for the Great Quake of Sichuan?, sulla versione cinese del magazine Science [Kexuewang dianzi zazhi] ha scatenato un' accesa discussione sulle possibili responsabilità del terremoto che a maggio del 2007 distrusse la regione dello Sichuan. Anche se le cause sono ancora da chiarire definitivamente, sono in molti a credere che ci sia una forte relazione di causa effetto tra la costruzione della diga di Zipingpu e il suddetto sisma.

I disastri naturali sono spesso spiegati come punizioni divine e, quando il 12 maggio scorso 80 mila persone sono morte a causa del terribile terremoto che ha devastato la provincia del Sichuan, i sismologhi di tutto il mondo si chiedono se possa essere dipeso da un errore umano.
Al momento non c’è nessuna prova in questo senso ma, secondo il sismologo dell’Osservatorio geofisico di Lamont-Doherty (New York) Leonardo Seeber, se si analizzano gli eventi sismici provocati dall’uomo degli ultimi quarant’anni “è sorprendente constatare quanto spesso un movimento meccanico, per quanto piccolo, può provocare un terremoto”.
Così, per il terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro a Wenchuan, gli esperti hanno considerato possibile che fosse stato provocato dalla diga di Zipingpu, distante appena 500 metri dalla rottura della faglia e cinque chilometri e mezzo dall’epicentro del sisma. Fan Xiao, ingegnere capo dell’ufficio geologico e minerario della provincia del Sichuan, ha spiegato come la diga ha cominciato a funzionare nel dicembre del 2004 creando, in circa due anni, un bacino artificiale di circa 120 metri di profondità. Bene, all’incontro annuale dell’Unione degli geofisici americani tenutosi a dicembre a San Francisco, il ricercatore della Columbia University Christian Klose ha sostenuto che le centinaia di milioni di tonnellate d’acqua contenute dalla diga di Zipingpu possono aver spinto sulla adiacente faglia di Beichuan tanto da provocare quel terremoto devastante. A conferma di ciò il Klose fa notare che la faglia, arrivata al punto di rottura, si è spostata esattamente nel senso in cui la spingeva la grande quantità d’acqua. Anche Fan, che non era presente al meeting si è trovato concorde con questa teoria, giudicando che il tempo trascorso dal riempimento del bacino artificiale alle scosse sismiche, il tempo necessario all’acqua per penetrare in profondità nella crosta e indebolire la faglia. Infatti, ci tiene a precisare, una settimana prima del terremoto del 12 maggio il livello dell’acqua ha cominciato a scendere con una velocità che non aveva precedenti.
Arriva alle stesse conclusioni Lei Xinglin, geofisico dell’Istituto cinese per i terremoti e dell’Istituto nazionale giapponese per le scienze industriali avanzate e le tecnologie, in uno studio pubblicato sul numero di dicembre della rivista cinese Seismology and Geology. Lei sottolinea che, anche se è ancora prematuro dare un giudizio definitivo sull’accaduto, la penetrazione dell’acqua raccolta dalla diga e l’abbassamento del livello della diga da dicembre 2007 a maggio 2008 al momento sono i fattori più importanti associati al terremoto in Sichuan. Fan crede inoltre che una conclusione di questo genere porterebbe ad essere più prudenti in futuro sulle costruzioni di grandi opere e, di conseguenza, a scontrarsi sia con i forti interessi economici che beneficiano dell’energia idroelettrica sia con i governi locali. Per questo, conclude, i ricercatori dell’Accademia cinese delle Scienze sono sicuramente giunti a risultati preliminari in merito alla questione ma “sono reticenti a condividerli”.

Sullo stesso argomento:
Petizione per la sicurezza delle dighe del sud-ovest cinese, 12 giugno 2008
Fan Xiao sulla versione cinese del National Geographic, 26 giugno 2008
NewScientist, 28 dicembre 2008
Science, 16 gennaio 2009
Telegraph, 3 febbraio 2009
The New York Times, 6 febbraio 2009
Evan Osnos, Letter from China, 6 febbraio 2009
Nanfang Zhoumu, 11 febbraio 2009
Le monde, 12 febbraio 2009
Xinhua, 20 febbraio 2009

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