25/11/09

DICONO IN CINA - Cambiare sesso


Dopo cinque mesi di dibattito interno al paese, il Ministero della sanità cinese ha definito il regolamento per le operazioni di ri-attribuzione chirurgica di sesso.

Secondo l’agenzia di stampa Sina, il primo intervento di questo tipo è avvenuto nel 1990 e fino ad oggi nessuna legge si era occupata di regolarizzare il fenomeno. In assenza di statistiche ufficiali sul numero dei transessuali in Cina, l’agenzia di stampa Xinhua stima che mille cinesi si siano già sottoposti all’intervento di chirurgia. Secondo il China Daily, giornale di stato in lingua inglese, sarebbero invece duemila i cinesi che sono già stati operati, mentre tra i 100 e i 400 mila quelli in attesa di poterlo fare.

Il nuovo regolamento prevede che potranno operare solo i chirurghi con almeno dieci anni di esperienza specifica accumulata in ospedali riconosciuti dalle autorità sanitarie. I pazienti dovranno aver compiuto venti anni, dovranno avere la fedina penale pulita, essere single e possedere "documentate ragioni psicologiche per divenire transessuale" ovvero aver desiderato l’operazione per un periodo di tempo di almeno cinque anni (e non è dato sapere come si possa dimostrare tale requisito), aver vissuto come membro dell’altro sesso per almeno due anni, essere stato in analisi per almeno un anno e aver informato la famiglia sui propri desideri. Come se non bastasse la polizia deve autorizzare il cambiamento di sesso sul documento di identità e non è chiaro in quali casi possa rifiutare l’autorizzazione.

E' contento, ma non del tutto convinto Qiu Renzhong, famoso bioetico dell’Accademia delle Scienze sociali di Pechino. Gli abbiamo chiesto via email cosa ne pensasse di questi nuovi regolamenti. Il dottor Qiu ha posto l'attenzione sul delicato percorso psicologico che può portare una persona a decidere di cambiare sesso e delle implicazioni sociali che questo comporta. "E' raro che un transessuale viva e lavori come fosse un membro dell’altro sesso prima di operarsi" dichiara Qiu, secondo il quale è comunque apprezzabile "l'attenzione dimostrata dal governo cinese verso una minoranza".

Anche Chen Huanran, noto chirurgo plastico specializzato in questo tipo di operazioni, è contento: "Finalmente la Cina ha un regolamento sulle operazioni per il cambio di sesso - dice ai microfoni del Global Times, e aggiunge - è un fatto veramente importante dal momento che la legislazione sui transessuali rappresenta in qualche modo il grado di sviluppo di una civiltà".
Il dottor Chen è un chirurgo dell'Ospedale di chirurgia plastica di Pechino. Dal 1990 ha condotto a termine oltre duecento operazioni di cambio sesso. Joanna McMillan nel suo libro Sex, science and morality in China ha descritto il dipartimento dell'ospedale in cui lavora. Nel corridoio c'è un cartello in inglese: Gender Confirmation Clinic. In cinese, il termine "genere" non è largamente usato, così come è raro trovare accenni alla "conferma di genere". Secondo Chen, invece, questa è la maniera migliore per verbalizzare un argomento così delicato. L'uso del termine transessuale o di cambio sesso (in cinese l'espressione più usata: bian xing) pongono l'accento sul fatto che un individuo di un certo sesso viene chirurgicamente trasformato in un individuo dell'altro sesso. Chen, invece, crede fermamente che un individuo, ad esempio di sesso maschile, possa sentirsi intimamente donna o "semplicemente preferire di vivere la sua vita in un corpo da donna". La chirurgia, secondo il suo parere, aiuta a sanare la distanza tra quello che un individuo è e quello che vorrebbe essere.
Secondo Chen, però, è grave che i nuovi regolamenti non specifichino le procedure dettagliate e i criteri da seguire. Il costo dell'operazione, infatti, è molto alto (nel 2005 era di 300 mila yuan, circa 30 mila euro) e molti istituti se ne approfittano tanto che il professore afferma che "il 60 per cento dei miei pazienti viene qui a correggere un'operazione sbagliata". La sua stima è confermata indirettamente da un'inchiesta del Giornale della sera di Chongqing (Chongqing Wanbao) che cita diversi ospedali e cliniche private che accettano qualsiasi cliente purché abbia il denaro necessario.

Più dura Han Bingbing, la bellissima transessuale cinese che quest'estate ha cercato un marito dalle pagine del suo blog e la cui vicenda è stata ripresa, con grande ritorno pubblicitario, anche dal People's Daily. Han afferma che questo regolamento è inadeguato: "Non sono indicate le procedure pre e post opertorie. Se la Cina vuole confrontarsi con l'Occidente, su questi argomenti deve ancora fare molta strada".
Insomma, la strada è lunga, ma la direzione è quella giusta.

Pubblicato su Left

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